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Il senatore pdl: "la mafia vuole far cadere un governo che lotta contro i clan" Processo Dell'Utri, Spatuzza in aula: "Graviano mi parlò di Berlusconi" Il pentito nel bunker di Torino: "Il boss disse che grazie a quello di Canale 5 ci eravamo messi il paese tra le mani" 2009-12-04 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-12-04 Il senatore pdl: "la mafia vuole far cadere un governo che lotta contro i clan" Processo Dell'Utri, Spatuzza in aula: "Graviano mi parlò di Berlusconi" Il pentito nel bunker di Torino: "Il boss disse che grazie a quello di Canale 5 ci eravamo messi il paese tra le mani" * NOTIZIE CORRELATE * Spatuzza, polemiche sulla deposizione Bersani: "Tocca ai giudici valutare" (4 dicembre 2009) Cineoperatori e fotografi in un'aula del tribunale di Torino (Ansa) Cineoperatori e fotografi in un'aula del tribunale di Torino (Ansa) MILANO - "Ho fatto parte dagli anni Ottanta al Duemila di un'associazione terroristico-mafiosa denominata Cosa Nostra. Dico terroristica per quello che mi consta personalmente, perché dopo gli attentati di via D'Amelio e Capaci, ci siamo spinti oltre, come l'attentato al dottor Costanzo (Maurizio ndr) e quello a Firenze dove morì la piccola Nadia". Gaspare Spatuzza entra in aula pochi minuti prima di mezzogiorno. Il pentito di mafia, protetto da due paraventi, depone a Torino al processo d'appello per concorso in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri, condannato a nove anni in primo grado, presentandosi come uno che è stato "condannato per sei o sette stragi e circa una quarantina di omicidi". Un intervento molto atteso, il suo, alla luce delle precedenti dichiarazioni rese davanti ai pm (l'ex mafioso ha descritto il senatore del Pdl e il premier, Silvio Berlusconi, come interlocutori di Cosa Nostra). LE LETTERE - Spatuzza racconta che prima degli attentati del '93 (a Roma nella Chiesa di San Giovanni in Laterano, al Verano e a Milano ai giardini di via Palestro) imbucò cinque lettere, alcune delle quali indirizzate a testate giornalistiche. "Queste lettere - prosegue - provenivano dal boss Giuseppe Graviano. Il fatto che prima di fare un attentato mi dicessero di informare qualcuno con delle lettere è un'anomalia che mi ha fatto capire che c'era qualcosa sul versante politico". Nell'incontro di fine '93 a Campo Felice di Roccella con Graviano, Spatuzza - stando al suo racconto - riceve l'ordine di compiere un attentato "in cui moriranno un bel po' di carabinieri". Il fallito attentato allo stadio Olimpico "doveva essere il colpo di grazia" afferma Spatuzza. E poi: "Dissi a Graviano che ci stavamo portando un po' di morti che non ci appartenevano, ma lui mi disse che era bene che ci portassimo dietro questi morti, così 'chi si deve muovere si dà una mossa'". Spatuzza spiega: "Vigliaccatamente (così nella deposizione, ndr) Cosa Nostra ha gioito per Capaci e via D'Amelio. Perché erano i principali nemici nostri. Capaci ci appartiene, via D'Amelio ci appartiene - afferma - ma tutto il resto non ci appartiene". Come fallì l'attentato all'Olimpico? "Io e Benigno (altro mafioso, ndr) eravamo a Monte Mario. Benigno dà l'impulso al telecomando ma non funziona e l'attentato non avviene. Poi quando i carabinieri si erano già distanziati io gli dissi di fermarsi, di non dare più l'impulso. Scendiamo con la moto, ma l'attentato in sostanza era fallito". IL NOME DI BERLUSCONI - Poi Spatuzza afferma: "Nel '94 incontrai Giuseppe Graviano in un bar in Via Veneto, aveva un atteggiamento gioioso, ci siamo seduti e disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti quella storia e non come quei quattro "crasti" socialisti che avevano preso i voti nel 1988 e 1989 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vennero fatti due nomi tra cui quello di Berlusconi. Io chiesi se era quello di Canale 5 e mi disse: sì. C'era pure un altro nostro paesano. Graviano disse che grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo il paese nelle mani". Successivamente Spatuzza si trovò nel carcere di Tolmezzo con Filippo Graviano: "Nel 2004 lui stava malissimo, io gli parlavo dei nostri figli, di non fargli fare la nostra fine... ho avuto la sensazione che stava crollando. Mi disse di far sapere a suo fratello Giuseppe che se non arrivava qualcosa da dove doveva arrivare, allora bisognava parlare ai magistrati". Il pm chiede spiegazioni sulla frase "da dove doveva arrivare" e qui Spatuzza ritorna al riferimento di Berlusconi e Dell'Utri. "I timori di parlare del presidente del Consiglio erano e sono tanti - continua Spatuzza. - Basta vedere che quando ho cominciato a rendere i colloqui investigativi con i pm mi trovavo Berlusconi primo ministro e come ministro della Giustizia uno che consideravo un 'vice' del primo ministro e di Marcello Dell'Utri". Ascolta il processo in diretta (in collaborazione con Radio Radicale) DISSOCIAZIONE - Spatuzza ripercorre poi la scelta di dissociarsi da Cosa Nostra. "Nel 2000 ho iniziato un bellissimo percorso di istruzione e isolamento". Il pentito ricorda "il cappellano del carcere di Ascoli Piceno, padre Pietro Capoccia" come l'incontro chiave della sua svolta che gli trasmise "l'amore per le sacre scritture". "Mi trovai di fronte al bivio di essere o uomo di Dio o mammone: ho deciso di amare Dio" afferma Spatuzza che poi indica nel procuratore antimafia Pietro Grasso la persona che ha dato un contributo fondamentale alla sua decisione definitiva di collaborare con la giustizia "nel marzo 2006". "Non sono qui per barattare le mie parole, sarei un vigliacco - aggiunge - lo Stato sa cosa deve fare della mia persona. La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. Se ho messo la mia vita nelle mani del male, perché non la devo perdere per il bene?". IL CONTROINTERROGATORIO - Terminato l'interrogatorio del procuratore generale Gatto, l’udienza è stata sospesa per circa un’ora ed è ricominciata dopo le 15 con il controinterrogatorio della difesa. "Dopo l'ammissione al programma pentiti ho deciso di togliere gli omissis sulle stragi del '92 e '93" ha detto il pentito rispondendo alle domande dell'avvocato dell'imputato, che gli faceva notare che prima del giugno 2009, interrogato dai pm di diverse Procure italiane, non aveva mai indicato Berlusconi e Dell'Utri come i referenti di Cosa Nostra. Spatuzza ha spiegato di non aver "mai chiesto nulla in cambio allo Stato" e di aver "riferito quello che sapevo su Berlusconi e Dell'Utri solo il 16 giugno del 2009 ai magistrati di Firenze perché, prima - ammette - temevo che si potesse dire che tiravo in ballo i politici per accreditarmi come pentito". "UN PETARDO" - Le accuse di Spatuzza sono "un petardo", non "una bomba atomica", aveva detto in precedenza, l'avvocato di Dell'Utri, Nino Mormino, con un evidente riferimento alla frase pronunciata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante un fuorionda. Prima dell'avvio dell'udienza, aveva parlato invece il Pg della Corte d'Appello di Palermo, Antonino Gatto, secondo il quale "si sta enfatizzando troppo qualcosa che ha un certo rilievo ma non così eccessivo". "Tutto questo toglie serenità" aveva aggiunto il magistrato. Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula Spatuzza in aula LA REAZIONE DI DELL'UTRI - Parla anche Dell'Utri: "La mafia - afferma il senatore durante una pausa del processo - ha interesse a buttare giù un governo che lotta contro" i clan. "Sono dati oggettivi - dice - c'è stato il massimo dei latitanti catturati, il massimo dei beni sequestrati, il massimo delle pene severe contro i condannati per mafia. Spatuzza è un pentito della mafia, non dell'antimafia. Ma io sono sereno. L'unica cosa che è incredibile e assurda è che mi sento come a teatro dove c'è un protagonista 'povero Marcello' ma non sono io, è un altro. Di fronte a queste accuse una persona normale o impazzisce o si spara. Io non sono normale, e non mi sparo". "I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno" ribadisce Dell'Utri. "Provenzano? Sta scherzando. Io conoscevo Vittorio Mangano, punto e basta". Il senatore del Pdl nega di avere ricevuto messaggi mafiosi: "Ma quali messaggi? Le dichiarazioni di Ciancimino mi fanno ridere...". E poi: "La mafia ha votato per noi? Che ne so, può essere; d'altronde in passato aveva votato anche per Orlando. Purtroppo non gli hanno ancora tolto il diritto di voto. Fino a quando qualcuno non gli impedisce di votare, ciò che fanno non è controllabile". "Uno come Spatuzza Falcone l'avrebbe denunciato" ha detto poi Dell'Utri al termine della deposizione del pentito, spiegando di non essere affatto sorpreso dalle rivelazioni in aula dell'ex uomo di Cosa Nostra. "Non ha detto nulla di più o di meno di quello che aveva già riferito ai pm" ha spiegato Dell'Utri. "Il suo obiettivo - ha ribadito - è fare cadere il governo Berlusconi, non ci sono altre spiegazioni". Ai giornalisti che gli chiedevano se riteneva che dietro al collaboratore ci fosse qualcuno, Dell'Utri ha risposto: "Non lo so. Ci saranno i pm". BATTIBECCO CON UNA GIORNALISTA - Battibecco tra il senatore Pdl e una giornalista de Il fatto quotidiano e di Radio Popolare, Antonella Mascali. "Il signor Mangano è stato eroico. Lo ripeto e-ro-i-co. Vuole che glielo ripeta ancora?" ha detto Dell'Utri, utilizzando nei confronti della giornalista un'espressione risentita: "Ma che c... dice lei?". Motivo della notevole arrabbiatura dell'imputato di concorso esterno sono state le domande su Vittorio Mangano, il cosiddetto stalliere o fattore di Arcore e le ripetute definizione di "eroe" che gli sono state riservate ripetutamente da Dell'Utri.
04 dicembre 2009
Attacco alla puntata di Annozero dedicata al processo Mills: "la solita messa in scena" "Spatuzza? Macchinazione contro di me" Indiscrezioni sulle frasi di Berlusconi in Cdm: "Mi accusano di cose ridicole. Noi i più duri contro la mafia" Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi MILANO - "È folle quello di cui mi accusano, sono cose incredibili, cose che mi fanno soltanto ridere, nessuno ci crede. Il nostro è il governo che ha fatto di più contro la mafia". Questo, secondo quanto riferito da fonti governative, è il ragionamento svolto da Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri odierno a proposito delle indiscrezioni di stampa sul pentito di mafia Gaspare Spatuzza, che sta deponendo in tribunale. Il Cavaliere ha spiegato ai ministri di non essere affatto preoccupato dalle accuse che pentiti, che definisce una "macchinazione" nei suoi confronti. Le accuse di Spatuzza "si commentano da sole - avrebbe detto il premier -, ma in Italia non c'è nessuno disposto a credere a queste assurdità. Io capo della mafia? Meglio riderci sopra...", avrebbe scherzato il Cavaliere. Facendo diretto riferimento alla deposizione del pentito di mafia, il premier ha apostrofato le ricostruzioni lette in questi giorni sui giornali come "assurda macchinazione" nei suoi confronti. Il premier, secondo le stesse fonti, ha chiesto al ministro dell'Interno Roberto Maroni di elencare i risultati dell'esecutivo nella lotta alla criminalità. Maroni avrebbe sottolineato in particolare il numero di arresti. Ad ogni modo, almeno stando a quanto riferito da chi ha potuto incontrarlo, Berlusconi è apparso "sereno" e "tranquillo". "Ha raccontato barzellette, ha scherzato ed è sembrato di ottimo umore", ha spiegato chi ha potuto parlargli. ACCUSE AD ANNOZERO - Minore pacatezza Berlusconi l'avrebbe mostrata parlando dei processi in tv e in particolar modo della trasmissione Annozero di giovedì sera. "Sono andati addirittura in Inghilterra a cercare Mills, hanno realizzato addirittura un film in una trasmissione, non è possibile andare avanti con questi processi mediatici. È ora di finirla" avrebbe spiegato il premier puntando il dito contro la trasmissione di Santoro. "La solita messa in scena, il solito processo mediatico", ha riferito il Cavaliere aprendo il Consiglio dei ministri. Ad Annozero hanno preso parte tra gli altri il legale del premier, Niccolò Ghedini, e Tarak Ben Ammar, produttore cinematografico e amico di vecchia data del presidente del Consiglio.
04 dicembre 2009
le dichiarazioni in aula del pentito di mafia Spatuzza, polemiche sulla deposizione Bersani: "Tocca ai giudici valutare" Bonaiuti: la mafia attacca il premier perché lui la combatte. Gasparri: Spatuzza è il refuso di spazzatura Silvio Berlusconi e Paolo Bonaiuti (Ansa) Silvio Berlusconi e Paolo Bonaiuti (Ansa) MILANO -La mafia attacca Berlusconi perché lui la combatte. Così, in sostanza, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha commentato, attraverso una nota, le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, al processo di Torino che vede imputato Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. La deposizione del pentito, che in aula ha citato sia il senatore del Pdl che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi solleva numerose polemiche e il mondo politico si interroga sulla attendibilità del pentito. Per Bonaiuti il fatto che "la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il presidente del Consiglio" è "del tutto logico" visto che Berlusconi è a capo "di un governo che agisce in maniera così determinata e così concreta nei confronti della criminalità organizzata". D'altra parte, sulle dichiarazioni di Spatuzza Pier Luigi Bersani è prudente. "Dico solo che tocca ai giudici valutare le dichiarazioni di un pentito, credo che non ci sia altro da aggiungere" ha risposto il leader del Pd ai giornalisti che gli chiedevano un commento. "Spatuzza? È solo un refuso della parola spazzatura. Da dire, al termine della sua pantomima, c'è solo che le cosche provano a vendicarsi perché i governi Berlusconi hanno fatto della lotta alla mafia una cosa seria, con leggi e arresti che la sinistra non fece" è la posizione dell'esponente Pdl Maurizio Gasparri. REAZIONI - Le dichiarazioni di Spatuzza costituiscono invece "l'esplosione di quella bomba atomica di cui parlava Fini" per Orazio Licandro, della segreteria nazionale del PdCI - Federazione della sinistra, già componente della Commissione Antimafia. ."Queste rivelazioni - aggiunge - , se riscontrate dai magistrati, sono di una gravità inaudita perché costringono ad una nuova lettura della transizione italiana e aprono una fase politica assai torbida e pericolosa". "A prescindere da ogni altra considerazione - conclude Licandro - Silvio Berlusconi non può restare un secondo di più a palazzo Chigi. È un'ombra pesantissima quella che grava sulla sua testa che nuocerà profondamente all'immagine dell'Italia, isolandola sul piano internazionale". Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, attacca il presidente del Consiglio: "Forse il premier Berlusconi è colluso con la mafia, come sta dicendo in queste ore il pentito Spatuzza, di certo - afferma Ferrero nella sua nota - sta impoverendo l’Italia, come dimostrano tutte le indagini statistiche, a partire dal 43mo rapporto del Censis sulle famiglie italiane diffuso quest’oggi". INGROIA E AYALA - Per Giuseppe Ayala, ex magistrato del pool antimafia di Palermo e stretto collaboratore di Falcone e Borsellino, quelle di Spatuzza "sono affermazioni che non possono lasciare indifferenti". "Guai a costruire una responsabilità penale solo sulla parola di un collaboratore" avverte però l'ex magistrato, dicendosi comunque "convinto che i magistrati stanno svolgendo il loro lavoro con il massimo rigore. Poi, chiaramente l'impatto mediatico è notevole". "L'attendibilità di Spatuzza deve essere valutata fino in fondo, su questo non c'e dubbio" ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, ricordando che "i collaboratori di giustizia sono degli assassini", ma sono anche "uno strumento indispensabile per contrastare la mafia".
04 dicembre 2009
ghedini: il presidente del consiglio potrebbe essere in aula il 13 e 27 febbraio Sì al legittimo impedimento del premier Processo Mills: i giudici accolgono la richiesta dei legali di Berlusconi, impegnato in Consiglio dei ministri David Mills contro gli inviati di "Annozero" (IPP) David Mills contro gli inviati di "Annozero" (IPP) MILANO - I giudici della decima sezione del tribunale di Milano hanno concesso il legittimo impedimento a essere in aula a Silvio Berlusconi, impegnato in un Consiglio dei ministri, nel processo che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari, in concorso con l'avvocato inglese David Mills. Altre tre udienze sono state fissate a gennaio, esattamente il 15, il 29 e il 30. Il processo proseguirà il 13 e il 27 febbraio, date in cui Silvio Berlusconi, secondo quanto spiegato dai suoi legali, potrebbe presenziare al dibattimento. I giudici hanno dichiarato interrotti i termini di prescrizione fino al 15 gennaio prossimo. CDM E VISITA A REGGIO - Il legittimo impedimento concesso al premier riguarda il Consiglio dei ministri, ritenuto attività istituzionale e non, invece, hanno stabilito i giudici, l'inaugurazione di una tratta della Salerno-Reggio Calabria. Una decisione che il legale del premier Ghedini ha valutato "molto negativamente". "È una grave intromissione in quella che è la legittima attività istituzionale e politica del presidente del Consiglio" ha detto Ghedini. Il premier, secondo quanto si apprende, ha comunque annullato la visita prevista a Seminara (Reggio Calabria), dove avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia per l’abbattimento del diaframma di una galleria dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. A rappresentare il governo sarà quindi il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. "RISCHIO DI PRESCRIZIONE" - Per il pm De Pasquale incombe sul processo il rischio di prescrizione "già in primo grado" e fissare un'udienza a gennaio per discutere le questioni procedurali "è un lusso che non possiamo permetterci". I legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno però ricordato che, in caso di legittimo impedimento, la prescrizione si ferma. Sul legittimo impedimento i giudici di Milano hanno accolto la richiesta dei legali del premier. La procura di Milano si era invece opposta, sostenendo che il Consiglio dei ministri non è un impedimento "assoluto". "Il tribunale ci chiede di collaborare in tema di legittimo impedimento, la collaborazione sarebbe bello che venisse anche dalla procura quando dice che il Cdm non rappresenta legittimo impedimento", era stata la replica di Ghedini. Il legale del premier ha insistito per la concessione del legittimo impedimento, spiegando che Berlusconi intende essere presente salvo quelle udienze di "assoluto passaggio". ANNOZERO - Al processo Mills era dedicata la puntata di Annozero di giovedì. Gli inviati di Santoro sono andati a bussare alla porta dell'avvocato inglese in Inghilterra, ma Mills non ha voluto parlare con loro. "Quando sarà finito il processo vediamo, per ora non dico assolutamente niente", è stata l’unica risposta dell’ex legale di Berlusconi nel filmato mandato in onda all’inizio della puntata. Di fronte alle insistenze dei giornalisti, Mills si è spazientito: "Non vi parlerò mai, non siete graditi qui. Andate via".
04 dicembre 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-12-04 Mafia, in aula il pentito Spatuzza "Graviano fece il nome di Berlusconi Ci hanno messo il Paese in mano" Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza parla al processo d'appello contro Marcello Dell'Utri. La corte si è trasferita per motivi di sicurezza da Palermo all'aula bunker di Torino. Il pentito ha indicato il senatore e Berlusconi come i referenti politici nel periodo delle stragi di mafia del 1993. Berlusconi durante il Cdm: "Le accuse contro di me sono follia". Bonaiuti: "La mafia attacca il premier perché il governo agisce contro la criminalità organizzata". E Dell'Utri si difende: "Spatuzza è solo un petardo. Mai conosciuto i Graviano". Nel '94 al bar Doney di Via Veneto a Roma, prima del fallito attentato all'Olimpico, l'episodio centrale della deposizione. Il pentito ricorda l'incontro con Giuseppe Graviano: "Disse che avevamo ottenuto quello che cercavamo. Non come quei quattro socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi fece i nomi di Berlusconi e quello del Canale 5, Dell'Utri. Grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo il Paese nelle mani". Il processo riprenderà a Palermo l'11 dicembre. Graviano parteciperà al dibattimento in videoconferenza
16:50 Il processo rinviato all'11 dicembre La corte ha deciso che il processo continuerà a Palermo l'11 dicembre con i boss Graviano, Giuseppe e Filippo, in videoconferenza 16:48 Il processo è ripreso Il processo è ripreso 16:47 Legale Spatuzza: "Il mio cliente ha detto la sua verità" L'avvocato Valeria Maffei, legale del pentito di mafia,. ha detto: "Il mio cliente dice la verità, dice la sua verità, poi sarà la Corte d'Appello a fare le sue valutazioni" 16:34 Prestigiacomo: "Ritengono attendibile un pluriassassino" Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha detto: "Da siciliana sono indignata che un uomo come Spatuzza, un pluriassassino che ha contribuito a massacrare la reputazione della mia terra, possa essere ritenuto attendibile" 16:32 Boniver, Pdl: "Fantasia malata" Margherita Boniver, deputata del Pdl, ha detto: "Il sicario mafioso oggi convertito è una fantasia malata che ci auguriamo non sia presa per verità" 16:30 Il Pdl: "Su Spatuzza circo mediatico che sputtana il Paese" Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ha detto: "Sono indignato che una bestia che ha sciolto un bambino nell'acido improvvisamente ha una crisi di coscienza e dopo 15 anni sostiene che nel gennaio '94 ha sentito alcuni mafiosi dire che chi ha Canale 5, aveva in mano il Paese quando Berlusconi doveva ancora scendere in politica. E su ciò è stata montata un'inchiesta e un circo mediatico che sputtana il Paese" 16:20 Spatuzza: "Graviano si complimentò della strage di Via D'Amelio" Spatuzza ha detto: "Il giorno dopo la strage di Via D'Amelio, Giuseppe Graviano si è complimentato perchè tutto era andato bene" 16:14 Nuova breve sospensione del processo La Corte brevemente si ritira per valutare possibii domande al teste 16:09 Spatuzza: "Sono accusato di quaranta omicidi" A domanda della difesa di Dell'Utri, Spatuzza risponde: "Sono accusato di sei stragi, quaranta omicidi" 16:07 Stefania Craxi: "Dietro le dichiarazioni, una mente politica diabolica" Stefania Craxi, deputata del Pdl e sottosegretario agli Esteri, figlia dell'ex leader dei socialisti chiamati in causa dalle dichiarazioni di Spatuzza, commenta: "E' una vicenda tragicomica, completamente assurda, dietro la quale si cela una mente politica diabolica" 15:54 Spatuzza: "Non sapevo di nessuna trattativa Stato-mafia" La difesa domanda. "Ha mai sentito di trattativa Stato-Mafia prima del '93? Spatuzza: "No" 15:51 Continua il controesame della difesa Continua il controesame del teste da parte della difesa 15:49 Castelli: "Su Spatuzza la magistratura si gioca la credibilità" Il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli ha detto: "Sulla partita di Spatuzza, la magistratura si gioca la propria credibilità" 15:40 Spatuzza: "I nomi dopo l'ammissione al programma pentiti" Spatuzza nel controinterrogatorio della difesa precisa che ha "deciso di togliere gli omissis sulle stragi del '92 e '93, dopo l'ammissione al programma pentiti. Prima di quella data, ai pm non parlai mai dei nomi dell'interlocutore politico dei Graviano" 15:35 Gasparri: "Spatuzza? Spazzatura" Il commento del presidente dei senatori del PdL Maurizio Gasparri ha detto: "Spatuzza? E' solo un refuso della parola spazzatura. Il governo continuerà a spedire altri mafiosi in galera" 15:21 Ripresa l'udienza Ripresa nell'aula bunker di Torino l'udienza del processo al senatore Marcello Dell'Utri accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il difensore dell'imputato, Nino Mormino, ha iniziato il controesame del pentito Gaspare Spatuzza 14:32 Dell'Utri: "Nessuna novità nella parole di Spatuzza" Il senatore Marcello Dell'Utri ha detto: "Il pentito ha detto quello che aveva già riferito ai pm". 14:30 Dell'Utri: "Falcone avrebbe denunciato Spatuzza" Il senatore Dell'Utri ha detto: "Spatuzza? Uno così, Falcone l'avrebbe denunciato" 14:28 Dell'Utri: "Chi c'è dietro Spatuzza? Che ne so: pm, persone..." Durante la pausa del processo, Marcello Dell'Utri ha detto: "Che ne so io chi ci sta dietro Spatuzza. Ci sono delle persone, i pm, che ne so io" 14:11 Il processo è stato sospeso Il processo è stato sospeso 15 minuti 14:04 Ayala: "Da Spatuzza parole scioccanti" Giuseppe Ayala, ex magistrato del pool antimafia di Palermo e stretto collaboratore di Falcone e Borsellino sulla deposizione di Spatuzza ha detto: "Sono affermazioni che non possono lasciare indifferenti. Guai però a costruire una responsabilità penale solo sulla parola di un collaboratore" 14:01 Bersani. "Tocca ai giudici valutare parole di un pentito" Pierluigi Bersani, segretario Pd, ha detto. "Tocca ai giudici valutare le dichiarazioni di un pentito" 13:52 Bonaiuti: "Mafia attacca Berlusconi perchè il governo la combatte" Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha detto: "E' del tutto logico che la mafia attacchi il presidente del Consiglio perché il governo agisce contro la criminalità organizzata. I risultati del governo contro la mafia non hanno precedenti negli ultimi vent'anni" 13:44 Spatuzza: "Voglio restituire verità alla storia" Spatuzza ha detto: "La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. E' una mia missione per dare onore a tutti quei morti, a tutta quella tragedia. E' mio dovere" 13:43 Spatuzza. "Temo parlare di Berlusconi" Gaspare Spatuzza ha detto: "I timori di parlare del presidente del Consiglio Berlusconi erano e sono tanti" 13:39 Spatuzza: "Chiedo perdono per il male fatto" Spatuzza ha detto. "Se io ho messo la mia vita nelle mani del male, perchè non la devo perdere per il bene? Chiedo perdono per il male fatto" 13:38 Spatuzza: "Tra Dio e Cosa nostra ho scelto Dio" Il pentito Gaspare Spatuzza ha detto: "Il mio pentimento è la conclusione di un bellissimo percorso spirituale cominciato grazie al cappellano del carcere di Ascoli Piceno. Mi sono trovato ad un bivio: scegliere Dio o Cosa nostra" 13:21 Spatuzza: "Incontri con Graviano a Tolmezzo" I contatti tra Gaspare Spatuzza e alcuni componenti del clan Graviano, sono avvenuti nel carcere di Tolmezzo (Udine). Lo ha detto Spatuzza: "Ho avuto contatti con Giuseppe e Filippo Graviano nel carcere di Tolmezzo dove i due erano detenuti" 12:47 Spatuzza: "Appoggiammo il Psi" "Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo" dice Spatuzza 12:32 Spatuzza: "Ci garantisce quello di canale 5" Spatuzza: "Graviano mi fece il nome di Berlusconi e mi disse che grazie a lui e al compaesano nostro ci eravamo messi il paese tra le mani. Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra". 12:29 Spatuzza: "L'esplosivo per l'Olimpico" "Era già tutto pronto per l'attentato allo stadio Olimpico di Roma per uccidere i carabinieri , ma all'ultimo minuto quando Benigno premette il telecomando, fortunatamente, grazie a Dio, il telecomando non funzionò" dice Spatuzza 12:25 Bersani: "Non faccio il magistrato" "Non mi si faccia fare il magistrato, ne ho già tanti di mestieri da fare, tanti tranne quello". Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. 12:18 Spatuzza: "L'attentato di Firenze non ci appartiene" "Quando avvennero Capaci e via D'Amelio abbiamo vigliaccamente gioito. Quelle sono stragi che ci appartengono. Mentre l'attentato di Firenze non ci appartiene" continua Spatuzza. 12:05 Spatuzza: "Dopo stragi ci siamo spinti oltre" "Ho fatto parte dagli anni Ottanta al Duemila di un'associazione terroristico-mafiosa denominata Cosa nostra. Dico terroristica per quello che mi consta personalmente, perchè dopo gli attentati di via D'Amelio e Capaci, ci siamo spinti oltre, come l'attentato al dottor Costanzo" dice Spatuzza 11:59 Respinte le istanza della difesa La seconda sezione della Corte d'appello di Palermo ha respinto l'istanza di revoca della testimonianza del pentito Gaspare Spatuzza presentata dai legali del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri sotto processo per concorso in associazione mafiosa. 11:58 E' iniziata la deposizione di Spatuzza E' iniziata la deposizione di Spatuzza 11:51 Dell'Utri: "Difficile non somatizzare le accuse" Le accuse per le stragi mafiose del 1993 "non sono una bella cosa, devo fare un lavoro molto difficile su di me per non somatizzare tutte queste cose che sono gravissime. Una persona normale o impazzisce o si uccide". A dirlo è Marcello Dell'Utri. 11:25 Berlusconi: "Accuse folli contro di me" E' folle quello di cui mi accusano, sono cose incredibili: il nostro è il governo che ha fatto di più contro la mafia. E' stato questo, secondo quanto riferito da fonti governative, il ragionamento svolto da Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri. 11:18 Dell'Utri: "Mai conosciuto i Graviano" 'I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno. Lo ha detto il senatore Marcello Dell'Utri, in una pausa del processo d'appello che lo vede imputato per il reato di concorso in associazione mafiosa. "Provenzano? Sta scherzando", ha aggiuto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se conoscesse questi personaggi. "Io conoscevo Vittorio Mangano - ha affermato Dell'Utri - punto e basta". 11:03 Giudici in camera di consiglio La II Sezione della Corte d'Appello di Palermo, in trasferta a Torino per il processo al senatore Marcello Dell'Utri, è in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni sollevate dai legali dell'imputato. I difensori del senatore hanno chiesto ai giudici di revocare l'ammissione dell'esame del pentito Gaspare Spatuzza, prevista per oggi, e hanno sollevato un'eccezione di legittimità costituzionale della norma sulla rinnovazione parziale del dibattimento nel secondo grado di giudizio. 10:55 Dell'Ultri: "Vuol far cadere il governo" Dell'Utri: "Spatuzza ha interessa a buttare giù il governo che gli lotta contro. Spatuzza non è un pentito dell'antimafia, ma della mafia. Sono tranquillo ma assisto ad uno spettacolo incredibile. Mi sento a teatro, ma il protagonista-imputato non sono io, è un altro". 10:53 La replica del procuratore Gatto Nino Gatto, pubblica accusa al processo d'appello nega l'autorizzazione all'acquisizione di tutte le dichiarazioni rese dal pentito Gaspare Spatuzza e si oppone alle istanze dei difensori il procuratore generale di Palermo. Il Pg ha chiesto alla Corte di dichiarare manifestamente infondata un'eccezione di ncostituzionalità della norma sulla rinnovazione parziale del dibattimento nel corso del giudizio d'appello. Ha, inoltre, negato il consenso all'acquisizione dei verbali del pentito, tranne che la difesa non acconsenta all'ingresso nel processo delle rivelazioni degli altri collaboratori di giustizia sentiti a riscontro di Spatuzza e di un'altra serie di atti d'indagine. 10:40 La difesa di Dell'Utri: "Spatuzza solo un petardo" "Altro che bomba atomica, Spatuzza è solo un petardo". Lo ha detto uno dei legali del senatore Marcello Dell'Utri, l'avvocato Nino Mormino, al processo d'appello al politico in corso, a Torino, davanti ai giudici palermitani. Per il legale facendo entrare le dichiarazioni del pentito cambia l'oggetto del processo che si trasforma da un'indagine su una generica collusione con la mafia da parte del senatore Dell'Utri, ad una indagine dove si entra nel merito di fatti nell'ambito dell'attivita' stragista. 10:34 Spatuzza guardato a vista Spatuzza ha trascorso la notte in una località segreta ed ora aspetta di essere chiamato a deporre. Spatuzza è guardato a vista dalle forze dell'ordine in una stanza protetta collegata alla maxiaula 1. 10:20 La difesa di Dell'Utri: "Norma incostituzionale" "Ciò che è successo in questo processo - continua Sammarco - ha messo in evidenza una grave forma di incostituzionalità nello schema del procedimento così come previsto dalla legge. E' palese che la norma che prevede la rinnovazione parziale del dibattimento violi l'articolo 111 della Costituzione sul giusto processo, l'art. 3 sul principio di uguaglianza e l'art. 24 sul diritto di difesa". 09:54 La difesa di Dell'Utri chiede la revoca della deposizione E' cominciato con la richiesta di revoca dell'ammissione della deposizione di Spatuzza il processo d'appello. A sorpresa l'avvocato Alessandro Sammarco ha chiesto ai giudici della seconda sezione della Corte d'appello di revocare l'ordinanza con cui avevano ammesso la testimonianza dell'ex boss. "Quello che sta accadendo in questo processo - ha spiegato - è del tutto anomalo. Il dibattimento era giunto al termine, quando è stato inondato da quintali di documenti relativi a temi diversi da quelli trattati in primo grado. Parole che precedono la richiesta di presentazione di una eccezione di incostituzionalità della norma del codice di procedura penale sulla rinnovazione parziale del dibattimento nel secondo grado di giudizio. 09:52 L'aula è gremita Il paravento bianco è già stato piazzato, nella maxiaula 1, e quattro poliziotti in borghese lo proteggono. Presente un numeroso pubblico: studenti di giurisprudenza, avvocati e semplici curiosi. Il tutto è blindato da un imponente dispositivo di sicurezza, con carabinieri e poliziotti in divisa e in borghese. 09:41 Gatto: "Troppa enfasi" Il procuratore generale di Palermo, Antonino Gatto, ha parlato, rispetto all'udienza di oggi, di ''aspettativa eccessiva. Si sta enfatizzando troppo qualcosa che ha il rilievo ma non cosi' eccessivo''. 09:31 Dell'Utri in aula Il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, e' arrivato all'udienza torinese per la deposizione. 09:30 Attesa per la deposizione E' attesa tra pochi minuti, come previsto, la deposizione di Gaspare Spatuzza, il pentito di mafia affiliato alla famiglia del quartiere brancaccio di Palermo, al processo d'appello contro Marcello dell'Utri. Spatuzza ha indicato Dell'Utri e Berlusconi come i referenti politici delle stragi di mafia del 1993. Tantissima folla all'ingresso del tribunale torinese, con una coda di decine di metri per superare i controlli del metal detector. All'udienza partecipano circa 250 giornalisti con numerose troupe di tv straniere
Le reazioni del premier e di altri esponenti della maggioranza alla deposizione del pentito Gasparri: "La mafia vuole sinistra al governo". Castelli: "In gioco credibilità dei magistrati" Berlusconi: "Nessuno crede a Spatuzza" E Dell'Utri: "Pentito a favore della mafia" Il portavoce del Pdl attacca il processo: "Circo che sputtana il Paese" Berlusconi: "Nessuno crede a Spatuzza" E Dell'Utri: "Pentito a favore della mafia" Silvio Berlusconi ROMA - Sono durissime, le reazioni del Pdl - e dei collaboratori più stretti di Silvio Berlusconi - alla deposizione del pentito di mafia Gaspare Spatuzza al processo Dell'Utri. Ed è anche il premier in persona a esprimere la propria indignazione, nel corso del Consiglio dei ministri: "Accuse che si commentano da sole - dice - in Italia non c'è nessuno disposto a credere a queste assurdità. Io capo della mafia? Meglio riderci sopra...". "E' una cosa assurda, una cosa fuori dal mondo", è anche la prima reazione fuori dall'aula di Torino di Marcello Dell'Utri. Che aggiunge: "Spatuzza è un pentito della mafia, non dell'antimafia, perchè la mafia ha tutto l'interesse a buttare giù un governo che sta lottando contro la criminalità organizzata come mai nel passato". E sull'ipotesi che Spatuzza possa essere guidato da qualcuno risponde: ''E' logico pensarlo", aggiungendo "Chi? E che, ci parlo io con Spatuzza? Ci parlano i signori pm''. Poi, durante la giornata, a quelle dei principali protagonisti si affiancano le reazioni di tutto il centrodestra. A cominciare dal portavoce del Pdl Daniele Capezzone: "Sono indignato, come tanti cittadini italiani, che una bestia che ha sciolto un bambino nell'acido improvvisamente ha una crisi di coscienza e dopo 15 anni dice che nel gennaio '94 ha sentito alcuni mafiosi, che tra l'altro smentiscono, che chi ha Canale 5 aveva in mano il Paese quando doveva ancora scendere in politica e su ciò è stata montata un'inchiesta e un circo mediatico che sputtana il Paese". Toni analoghi arrivano dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Spatuzza? è solo un refuso della parola spazzatura. Ma non riusciranno nel loro intento di far tornare la sinistra alla quale, ai tempi del governo D'Alema, ho impedito la cancellazione del 41 bis. Rimaniamo noi al governo e continueremo a spedire altri mafiosi in galera. Anche la sinistra giudiziaria si rassegni". Leggermente più prudenti i toni del viceministro alle infrastrutture, il leghista Roberto Castelli: "Anche sulla partita di Spatuzza la magistratura si gioca la propria credibilità. Se ci fossero riscontri oggettivi, è chiaro che si aprirebbe un fronte preoccupante per il governo, ma se questi riscontri oggettivi non ci fossero, allora si aprirebbe uno scenario sul modo di agire di alcune parti della magistratura che sarebbe ancora più preoccupante". (4 dicembre 2009)
Udienza oggi a Milano del dibattimento in cui il presidente del Consiglio è accusato di corruzione. La Corte accetta la proroga di oltre un mese Berlusconi-Mills, processo slitta a gennaio Riconosciuto il "legittimo impedimento" Ma Ghedini protesta: "L'hanno dato solo per il Cdm e non per l'inaugurazione di una tratta della Salerno-Reggio Calabria". Dove comunque il premier non è andato Berlusconi-Mills, processo slitta a gennaio Riconosciuto il "legittimo impedimento" Il giudice Francesca Vitale MILANO - Riprenderà il prossimo 15 gennaio il processo a carico di Silvio Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari del legale inglese David Mills. I giudici della Decima sezione penale hanno riconosciuto il legittimo impedimento del premier fino a quella data, e sospeso i termini della prescrizione. Altre due udienze, per discutere di questioni procedurali, sono state fissate al 29 e 30 gennaio, mentre gli avvocati del capo del governo hanno dato la loro disponibilità per le date del 13 e 27 febbraio, quando allo stato non vi sarebbero impedimenti per Berlusconi a partecipare alle udienze. Lo slittamento del dibattimento a gennaio è dovuto alla decisione presa oggi dal collegio di giudici, presieduti da Francesca Vitale. Che hanno stabilito che è "'assolutamente legittimo'' l'impedimento odierno presentato dal premier: il Consiglio dei ministri e l'inaugurazione di una tratta della Salerno-Reggio Calabria. ''La data dell'udienza - ha detto in aula la Vitale - è stata comunicata alle parti solo il 27 novembre, e l'impegno di Silvio Berlusconi era stato preso prima di questa data''. Il collegio, però, ha giudicato un impedimento valido solo il Consiglio dei ministri, e non l'impegno calabrese. Cosa che non è piaciuta all'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini: "E' una grave intromissione - ha commentato - in quella che è la legittima attività istituzionale e politica del presidente del Consiglio". Ma il premier, a quella inaugurazione, oggi comunque non è andato. Ma Ghedini ha protestato anche su un altro punto. Dopo la lettura dell'ordinanza, l'avvocato-parlamentare ha presentato al tribunale un documento firmato dalla presidenza del Consiglio, nel quale è definita come ''impensabile'' l'ipotesi che ''il presidente del Consiglio debba impiegare ogni mese, tutti i lunedì e tutti i sabati per un totale di 8-10 giorni davanti all'autorità giudiziaria di Milano''. Letto il documento, Ghedini ha ribadito la ''massima disponibilità'' di Berlusconi a presentarsi in aula, ma ''in una logica di collaborazione'' tra imputato e tribunale. E, calendario alla mano, ha annunciato le prime due date senza impegni per il premier: il 13 e il 27 febbraio. Il rappresentante della pubblica accusa, il pm Fabio De Pasquale, ha replicato sottolineando che ''ci sono tempi che devono essere certi rispetto alla prescrizione. O il processo verrà svolto in modo normale ma celere, o interverrà la prescrizione anche nel procedimento di primo grado. Occorre osservare il principio di efficienza dell'autorità giudiziaria''. Immediata la replica del giudice Vitale: ''La celerità è un principio che va osservato, ma che non può scontrarsi con i calendari già fissati. Sono impegnata in questo processo ma sono anche presidente di altri 5 collegi''. (4 dicembre 2009) |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-12-04 Spatuzza: "Così ci misero in mano il paese" di Mariagrazia Gerinatutti gli articoli dell'autore Un brusio accompagna l'ingresso nell'aula del pentito che accusa Berlusconi e Dell'Utri. Gli occhi di tutti sono puntati su di lui, Gaspare Spatuzza, "u tignusu". Le telecamere sono voltate dall'altra parte. "Per motivi di protezione, non potete riprenderlo", ricorda il giudice, aprendo l'udienza straordinaria, richiesta dalla Procura di Palermo, nell'ambito del processo d'appello al senatore dell'Utri. Per ascoltarlo, difesa, accusa, giudice, si sono trasferiti a Torino, nella maxi-aula, bonificata prima dell'inizio dell'udienza. A sentire la sua deposizione sono accorsi giornali e tv di mezzo mondo. "Innazitutto, buongiorno. Accetto di rispondere", esordisce, con un pizzico di ironia, l'autore "sei o sette stragi, omicidi, sequestri di persona e altro". Una prima assoluta. Anche se almeno tre procure fin qui - Caltanissetta, Palermo stessa, Firenze – lo avevano già sentito. Ma mai in un'Aula. Spatuzza dissimula perfettamente la tensione. E da come indugia su certi sicilianismi sembra persino compiaciuto. Parla di tutto. Anche della sua conversione. Quando decise "di abbracciare Dio e rinnegare Mammona". Della sua "missione": "Restituire verità alla storia". Dei timori: "Bisogna vedere le date, nel momento in cui inizio i colloqui mi trovo come primo ministro Berlusconi e come ministro della Giustizia uno che io vedevo come un vice di Dell'Utri". Ci vogliono quattro ore perché il racconto del pentito si dipani tutto. Dalla strage di Capaci - "per cui, me ne vergogno, ma abbiamo gioito" - al fallito attentato allo Stadio Olimpico. Dall'appoggio ai socialisti: "Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni, il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo". Ai rapporti della famiglia Graviano con Berlusconi e dell'Utri. Il pentito li cita esplicitamente. A parlargli di loro è il boss di Brancaccio, Gisueppe Graviano, "un padre per me". È l'inizio della famosa "trattativa" di cui parla Spatuzza. Sullo sfondo, una scia di sangue e di morti da far rabbrividire: San Giorgio al Velabro, via dei Georgofili, via Palestro... Tutto ha inizio con un incontro al Bar Doney, a via Veneto. È il '94. "Giuseppe Graviano (il boss di Brancaccio ndr) indossava un cappotto blu, aveva un atteggiamento gioioso, come se gli fosse nato un figlio", racconta Spatuzza: "Mi dice che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo, grazie alla serietà delle persone che portavano avanti questa cosa e che non erano come quei quattro crasti dei socialisti che si erano presi i voti e poi ci avevano fatto la guerra". Chi erano quelle persone? In quella occasione, spiega Spatuzza "Graviano mi parla di Berlusconi. Quello del Canale 5? Sì mi rispose Graviano. Mi disse che c'era anche un nostro compaesano Dell'Utri e che grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo il paese nelle mani". Prima ancora, però, c'era stato un altro incontro tra Graviano e Spatuzza. Località Campo Felice di Roccella. Siamo alla fine del '93, dopo gli attentati di Roma, Firenze e Milano. "Ci stiamo portando appresso morti che non ci appartengono", racconta di aver detto a Giuseppe Graviano Gaspare Spatuzza, in quell'occasione. La risposta di Graviano fu: "È bene che ce li portiamo dietro, così chi si deve muovere si dà una smossa". Se gli attentati vanno a buon fine "ne avremo tutti dei benefici, compresi i carcerati". Chi era questa entità che si doveva dare una smossa?, gli domanda il procuratore di Palermo Nino Gatto. "Graviano allora non me lo disse". "È solo a Campo Felice che apprendo dell'esistenza di una trattativa", spiega Spatuzza. "Ed è solo al Bar Doney che apprendo i nomi di Berlusconi e Dell'Utri", ribadisce agli avvocati della difesa, che cercano di inchiodarlo alle contraddizioni. E con i giudici quei nomi non li fa prima del giugno 2009, ribandisce. "Non in relazione alle stragi, prima avevo solo disseminato degli indizi". Indizi. Come la Standa a via Brancaccio. O la storia del cartelli pubblicitari, che – secondo Spatuzza – portano dritti a Berlusconi e Dell'Utri. "Non parlo per un sentito dire al mercato ortofrutticolo, per Graviano è un padre". Poi trasformati in vere e proprie accuse contro Berlusconi e dell'Utri. "Voglio contribuire alla verità storica", assicura Spatuzza. Menzogne, accuse folli, spazzatura, attacchi mafiosi, dice il coro che si leva a difesa del Cavaliere. Intanto però anche Palazzo Chigi trema. E l'affaire Spatuzza finisce dritto-dritto in Consiglio dei ministri. "È folle quello di cui mi accusano, sono cose incredibili: il nostro è il governo che ha fatto di più contro la mafia", tuona Berlusconi, spronando i suoi alla reazioni. Maroni, in particolare. A cui chiede per l'ennesima volta di elencare i risultati dell'esecutivo nella lotta alla criminalità. Intanto parte il fuoco di fila delle dichiarazioni. Capezzone e Gasparri fanno a gara. "Un circo che sputtana il paese", dice l'ex radicale. "Altro che Spatuzza spazzatura", tenta il gioco di parole l'ex colonnello di An. Bonaiuti assicura: "La mafia attacca Berlusconi perché lui l'ha combattuta più di chiunque altro". Seduta aggiornata al prossimo 11 dicembre, quando al processo Dell'Utri, che per quel giorno avrà fatto ritorno a Palermo, saranno sentiti i boss tirati in ballo da Spatuzza. Dai fratelli Graviano a Cosimo Lo Nigro. E il suo racconto sarà verificato con le loro testimonianze. 04 dicembre 2009
Torino, il giorno di Spatuzza. Faccia a faccia con Dell'Utri di Mariagrazia Gerinatutti gli articoli dell'autore 16.50 - PROSSIMI TESTIMONI: I FRATELLI GRAVIANO Verranno sentiti gli altri boss di Cosa Nostra nel processo Dell'Utri per avere un riscontro sulle dichiarazioni odierne di Gaspare Spatuzza. La corte d'appello, presieduta da Claudio Dell'Acqua, in conclusione d'udienza di oggi ha disposto l'esame mediante videoconferenza di Giuseppe e Filippo Graviano e di Cosimo Lo Nigro. L'udienza si svolgerà il prossimo 11 dicembre alle ore 9 a Palermo presso l'aula della prima sezione penale della corte di appello. 16.10 - STEFANIA CRAXI: "PROGETTO EVERSIVO COME NEL '92-'94" "Confessione a comando, a orologeria, completamente assurda sia per quanto riguarda i socialisti sia per Berlusconi", attacca Stefania Craxi: "Dietro si cela una regia politica, fatta di diversi interessi che si sono coalizzati - politici, economici, finanziari -, un progetto eversivo identico a quello della falsa rivoluzione del 92-94. dietro tutto questo". 16.00 - "NON SEPPI DI NESSUNA TRATTATIVA PRIMA DEL '93" Ha mai saputo di una trattativa prima del '93? "No, mai". Non ha mai riferito di una trattativa nel '91? "No, trattativa no, però noi nel '91 ci stiamo muovendo su Roma per uccidere Falcone, Martelli e Costanzo. Poi nel '92 si passa dalle arme leggere alle armi pesanti". "Dell'esistenza di una trattativa apprendo a Campo Felice", spiega Spatuzza. I nomi di Berlusconi e Dell'Utri, per la prima volta, li apprende durante l'incontro del Bar Doney. Poi spiega: "Per me la strage di via D'Amelio e tutto quello che seguirà fa parte di un contesto". 15.40 - ALLA RICERCA DI CONTRADDIZIONI L'attenzione si concentra su quanto Spatuzza disse a luglio del 2008. "Giuseppe Graviano le ha mai precisato chi e quali fossero i suoi contatti?", gli chiesero. E Spatuzza rispose: No. "Ma che stiamo a dire allora? Solo alla Procura di Firenze io rivelo gli omissis", si inalbera il pentito. 15.20 - LA PAROLA ALLA DIFESA La parola alla difesa di Dell'Utri. In particolare si sofferma su un punto. Quando è che Spatuzza avrebbe iniziato a parlare di Berlusconi e Dell'Utri? Secondo la difesa prima del 16 giugno 2009 di Dell'Utri e Berlusconi ne aveva già parlato. Spatuzza spiega che invece "prima ho solo seminato degli indizi sulla vicenda della Standa e sui cartelloni pubblicitari": "Non volevo dare adito alle linguacce, apparire qualcuno che tirava in ballo soggetti della politica per essere ritenuto collaboratore di giustizia, senza parlare delle stragi". Prima di quell'interrogatorio del giugno 2009 le è mai stato chiesto se Graviano aveva fatto il nome del politico di riferimento? "Non lo ricordo". 14.50 - GIOVANARDI: COME IL BACIO DI RIINA AD ANDREOTTI "Il bacio di Totò Riina ad Andreotti fa il paio con il tentativo di abbraccio mortale di Spatuzza a Silvio Berlusconi", così la vede il sottosegretario Carlo Giovanardi. 14.40 - STRACQUADANIO: "VOGLIONO SICOGLIERCI NELL'ACIDO" "È ormai evidente che i poteri criminali e mafiosi che si annidano anche nello Stato hanno deciso di scioglierci nell'acido delle dichiarazioni prive di alcun riscontro di stragisti che fingono di collaborare con la giustizia", è il commento di Giorgio Stracqudanio, deputato del Pdl 14.20 - DELL'UTRI: "DA SPATUZZA COSE ALLUCINANTI" "Ha detto delle cose allucinanti", è il commento a caldo del senatore Dell'Utri. "A questo punto -ha detto parlando con i giornalisti a margine del processo che lo vede imputato- può venire chiunque a parlare su di me, possono venire dieci, cento Spatuzza. Ognuno viene qua e parla". 13.50 - BONAIUTI: "LA MAFIA ATTACCA BERLUSCONI PERCHE' LA COMBATTE" "È del tutto logico che la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il presidente del Consiglio di un governo che agisce in maniera così determinata e così concreta nei confronti della criminalità organizzata". È il commento del sottosegretario Paolo Bonaiuti. 13.35 - I TIMORI DI SPATUZZA: "QUANDO COMINCIO A PARLARE IL PREMIER È BERLUSCONI..." Perché ha spettato tanto prima di fare il nome di Berlusconi e Dell'Utri? "I miei timori erano e sono tanti, bisogna vedere le date, nel momento in cui inizio i colloqui mi trovo come primo ministro Berlusconi e come ministro della giustizia uno che io vedevo come un vice del capo del governo e del signor Marcello Dell'Utri". 13.30 - SPATUZZA RACCONTA LA SUA "CONVERSIONE" Spatuzza racconta il suo pentimento: "Decisi di abbracciare Dio e rinnegare Mammona". I primi colloqui investigativi con il procuratore antimafia Piero Grasso. Gli interrogatori con le tre procure congiunte. "Si apre per me una stagione bellissima anche se dolorosa". Poi spiega che vuole "restituire verità alla storia". E racconta la sua confessione con il vescovo de l'Aquila, monsignor Molinari. "Chiedo perdono per il male fatto", dice. "Se ho messo la mia vita nelle mani del male, perchè non la devo perdere per il bene?". 13.23 LA STANDA DI BRANCACCIO Il procuratore generale chiede a Spatuzza se esistano legami economici tra Berlusconi e Graviano. "A Brancaccio c'è l'unica Standa di Palermo. Credo con ogni probabilità in società con i fratelli Graviano", risponde il pentito. 13.20 L'ANOMALIA DELL'ATTENTATO FALLITO Spatuzza cerca di spiegare in che senso l'attentato dell'Olimpico conteneva un'anomalia. "Noi ci dovevamo muovere, in sei persone. Poi dovevamo aspettare lui, a Roma per il via finale". "Non era mai successo che dovevamo aspettare lui, un suo preciso ordine, per attuarlo". 13.10 - "MA SE DA LI' NON ARRIVA NIENTE COMINCIAMO A COLLABORARE" Il racconto della incerta dissociazione di Spatuzza prosegue. Il pentito racconta il colloquio con il procuratore generale antimafia Pierluigi Vigna, nel 2005. "Ma non me la sentii di pentirmi formalmente, perchè sapevo che sarei stato rinnegato dalla famiglia, perchè ero certo che raccontando la verità sulla strage di Via d'Amelio sarei entrato in conflitto con i magistrati e perchè avrei dovuto parlare della sfera politica, cosa che mi spaventava".A quel punto Spatuzza torna nel carecere di Tomezzo: "Filippo mi disse che è bene fare sapere a mio fratello che se non arriva niente è bene che cominciamo anche noi a collaborare ai magistrati" 13.05 - "A NOI INTERESSA LA POLITICA NON I MAGISTRATI" Spatuzza racconta il suo tentativo di dissociazione, nel carcere di Tolemezzo. "Io mi ero un po' dissociato da Cosa Nostra. Per questo aveva chiesto l'isolamento. Filippo Graviano mi disse: "Se tutto deve arrivare dalla politica che deve fare le leggi a noi non ci interessano i magistrati". 13.00 - L'ATTENTATO ALL'OLIMPICO "L'attentato si doveva fare all'uscita dei carabinieri, al termine della partita", racconta Spatuzza. "Doveva essere il colpo di grazia", dice il pentito. "Il giorno prestaiblito di compiere l'attentato, iniziamo a imbottire la macchina di esplosivo. La macchina viene posteggiata allo Stadio Olimpico di Roma. Ma al momento di azionare il telecomando quello, grazie a dio, non funziona e l'attentato fallisce". 12.35 - L'INCONTRO AL BAR DONEY DI VIA VENETO "Graviano indossava un cappotto blu, aveva un atteggiamento gioioso, come se gli fosse nato un figlio", racconta Spatuzza: "Mi dice che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo, grazie alla serietà delle persone che portavano avanti questa cosa e che non erano come quei quattro crasti dei socialisti che si erano presi i voti e poi ci avevano fatto la guerra". Chi erano quelle persone? In quella occasione, spiega Spatuzza "Graviano mi parla di Berlusconi. Quello del Canale 5? Sì mi rispose Graviano. Mi disse che c'era anche un nostro compaesano Dell'Utri e che grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo il paese nelle mani". 12.32 - L'APPOGGIO AI SOCIALISTI "Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo". 12.30 - "VOLEVAMO FARE PIU' DANNI POSSIBILE, PEGGIO DEI TALEBANI" Spatuzza racconta l'incarico ricevuto da Graviano di compiere un attentato contro i carabinieri. È il fallito attenato dell'Olimpico. Anche se l'obiettivo fu scelto in un secondo momento. Per quell'attentato - racconta Spatuzza- "utilizzammo una tecnica che neanche i talebani: unitamente all'epslosiva cinquanta chili di ferro per cercare di fare più danno possibile. 12.25 - "DOPO CAPACI ABBIAMO GIOITO" "Perché c'erano morti che vi appartenevano?", gli domanda il procuratore generale, Nino Gatto. "Dopo la morte di Capaci "vigliaccatamente", confessa il pentito "abbiamo gioito, quei morti li consideravamo nostri nemici". 12.22 - I BENEFICI PER I MAFIOSI Durante l'incontro di Campo Felice di Rocella, il boss Graviano – racconta Spatuzza chiesea me e a Lo Nigro se capivamo qualcosa di politica. Noi rispondiamo di no e allora lui ci spiega che è abbastanza preparato e che se vanno a buon fine" gli attentati "ne avremo tutti dei benefici, a partire dai carcerati". 12.20 - "GRAVIANO MI DISSE: È BENE CHE CI PORTIAMO MORTI DIETRO, COSI' SI DANNO UNA SMOSSA" A fine '93, dopo gli attentati di Roma, Firenze e Milano, Spatuzza racconta di aver incontrato Giuseppe Graviano a Campo Felice di Roccella. "Ci stiamo portando appresso morti che non ci appartengono", gli disse Spatuzza. "È bene che ce li portiamo dietro, così chi si deve muovere si dà una smossa", gli risponde Graviano. Chi era questa entità che si doveva dare una smossa? "Graviano allora non me lo disse". 12 .15 - LE LETTERE E GLI ATTENTATI DEL '93 Luglio '93 Spatuzza parte per Roma. "Lo stesso Giuseppe Graviano mi ha dato il via per l'attentato alle chiese", dice. Alla vigilia degli attentati di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano, a Roma, e a via Palestro , a Milano, Giuseppe Graviano, per mano del prefetto Cannella, lo incarica di spedire "alcune lettere". "Il fatto che prima di fare un attentato mi dicessero di informare qualcuno con delle lettere è un'anomalia che mi ha fatto capire che c'era qualcosa sul versante politico". 12.10 - SPATUZZA SI RACCONTA interrogato dal pm Spatuzza racconta di aver fatto capo alla famiglia Graviano, con a capo Giuseppe Graviano. La partecipazione fin dagli anni Ottanta alla "guerra di mafia", "omicidi, stragi, sequestri di persona e altro". L'affidamento del mandamento di Brancaccio, nel '95. "Per il momento io mi autoaccuso solo della strage di via D'Amelio". Ma conferma di aver riportato condanne per Via Fauro, via dei Georgofili, via Palestro a Milano, fallito attento all'Olimpico. "Dopo gli attentati di via D'Amelio e Capaci, ci siamo spinti oltre, come l'attentato al dottor Costanzo, per questo parlo di associazione terroristico-mafiosa". 12.03 IL PENTITO PRESTA GIURAMENTO Spatuzza presta giuramento. "Innanzitutto buongiorno", dice Spatuzza: "Accetto di rispondere", risponde al giudice 12.00 SPATUZZA ENTRA IN AULA Un brusio accompagna l'ingresso in aula del pentito che accusa Berlusconi e Dell'Utri. Le telecamere non possono riprenderlo. Il presidente della Corte lo fa giurare. 11.48 - L'UDIENZA RIPRENDE. SPATUZZA PUO' PARLARE La Corte dopo un'ora di camera di consiglio ha deciso che Spatuzza può parlare in Aula. "Possiamo introdurre Spatuzza, le telecamere non lo riprendano". 11.15 - BERLUSCONI IN CDM: CONTRO DI ME ACCUSE FOLLI "È folle quello di cui mi accusano, sono cose incredibili: il nostro è il governo che ha fatto di più contro la mafia". È stato questo il ragionamento svolto da Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri a commento delle indiscrezioni di stampa sul pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Il premier, secondo le stesse fonti, ha chiesto al ministro dell'Interno Roberto Maroni di elencare i risultati dell'esecutivo nella lotta alla criminalità. 10.50 - CORTE RIUNITA IN CAMERA DI CONSIGLIO Il presidente ha interrotto la seduta. La Corte è riunita in camera di consiglio per valutare se ammettere o meno la deposizione di Spatuzza. 10.45 DELL'UTRI: "SPATUZZA? UN PENTITO DELLA MAFIA E NON DELL'ANTIMAFIA" "Sono sereno", dice Dell'Utri. "Mi sento come a teatro, come se riguardasse un altro". Spatuzza? "Non è un pentito dell'antimafia ma un pentito della mafia che ha tutto l'interesse a buttare giù il governo Berlusconi, il più rigoroso nella caccia ai mafiosi". 10.40 L'ACCUSA: NON RINUNCIO ALLA DEPOSIZIONE No all'acquisizione dei verbali se significa rinunciare alla deposizione di Spatuzza in aula, replica il procuratore generale di Palermo, Nino Gatto. 10.35 - "SPATUZZA? UN PETARDO " "Altro che bomba atomica, Spatuzza è solo un petardo", dice uno dei legali di Dell'Utri, l'avvocato Nino Mormino. 10.30 "NON BASTA ACQUISIRE I VERBALI?" La difesa del senatore dell'Utri chiede al giudice di acquisire i verbali, senza sentire in aula il pentito Spatuzza. 9.50 - LA DIFESA: NO A SPATUZZA IN AULA Sammarco, il difensore di Dell'utri, obietta, a questo punto del processo, che possa essere ammessa la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza 9.48 - L'ACCUSA: "HO STUDIATO MOLTO" "Sono tranquillo ho studiato molto", dice il procuratore generale di Palermo Nino Gatto. "Ma intorno alle dichiarazioni di Spatuzza ci sono troppe aspettative". 9.45 - IN AULA DELL'UTRI A pochi minuti dell'inizio dell'udienza, arriva in Aula anche l'imputato, il senatore Marcello Dell'Utri. Il presidente dell'Aula gli chiede se le telecamere possano riprenderlo. "E come posso dire no?" 9.40 - L'UDIENZA HA INIZIO Nell'Aula 1 di Torino, inizia la seduta in cui dovrà essere ascoltato Gaspare Spatuzza. Il presidente ammette la presenza di telecamere e giornalisti. A patto che non riprendano Spatuzza, che, protetto, parlerà dietro a un paravento 9.30 - TERMINATA LA BONIFICA La bonifica dei Carabinieri nell'aula, condotta con il cane Barcos, è terminata solo pochi minuti fa. Atteso a minuti l'imputato, che arriverà con i suoi legali. 9.2O - ATTESA FUORI DALL'AULA Folla di giornalisti questa mattina all'ingresso dell'aula bunker del palazzo di Giustizia di Torino dove sta per iniziare la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza al processo di appello a carico del senatore Marcello dell'Utri (Pdl), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Più di 100 giornalisti, oltre a cameramen e fotografi, tra cui alcuni stranieri sono assiepati all'ingresso della maxi-aula 1 in attesa di entrare. 04 dicembre 2009
Slitta il processo Mills Riconosciuto "legittimo impedimento" Il processo a carico di Silvio Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari del legale inglese David Mills, riprenderà il prossimo 15 gennaio. I giudici della Decima sezione penale hanno riconosciuto il legittimo impedimento del premier fino a quella data, e sospeso i termini della prescrizione. Altre due udienze, per discutere di questioni procedurali, sono state fissate al 29 e 30 gennaio, mentre gli avvocati del presidente del consiglio hanno dato la loro disponibilità per le date del 13 e 27 febbraio, quando allo stato non vi sarebbero impedimenti per Berlusconi a partecipare alle udienze. Lo slittamento del dibattimento a gennaio è dovuto alla decisione presa oggi dal collegio di giudici, presieduti da Francesca Vitale. Che hanno stabilito che è "assolutamente legittimo" l'impedimento odierno presentato dal premier: il Consiglio dei ministri e l'inaugurazione di una tratta della Salerno-Reggio Calabria. "La data dell'udienza - ha detto in aula la Vitale - è stata comunicata alle parti solo il 27 novembre, e l'impegno di Silvio Berlusconi era stato preso prima di questa data'". Il collegio, però, ha giudicato un impedimento valido solo il Consiglio dei ministri, e non l'impegno calabrese. Cosa che non è piaciuta all'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini: "È una grave intromissione - ha commentato - in quella che è la legittima attività istituzionale e politica del presidente del Consiglio". In ogni caso il premier non ha partecipato all'inaugurazione, decidendo all'ultimo momento di passare la giornata a Palazzo Grazioli. Dopo la lettura dell'ordinanza, Ghedini ha presentato al tribunale un documento firmato dalla presidenza del Consiglio, nel quale è definita come "impensabile" l'ipotesi che "il presidente del Consiglio debba impiegare ogni mese, tutti i lunedì e tutti i sabati per un totale di 8-10 giorni davanti all'autorità giudiziaria di Milano". Letto il documento, Ghedini ha ribadito la "massima disponibilità" di Berlusconi a presentarsi in aula, ma "in una logica di collaborazione" tra imputato e tribunale. Calendario alla mano, ha annunciato le prime due date senza impegni per il premier: il 13 e il 27 febbraio. Il rappresentante della pubblica accusa, il pm Fabio De Pasquale, ha replicato sottolineando che "ci sono tempi che devono essere certi rispetto alla prescrizione. O il processo verrà svolto in modo normale ma celere, o interverrà la prescrizione anche nel procedimento di primo grado. Occorre osservare il principio di efficienza dell'autorità giudiziaria". Immediata la replica del giudice Vitale: "La celerità è un principio che va osservato, ma che non può scontrarsi con i calendari già fissati. Sono impegnata in questo processo ma sono anche presidente di altri 5 collegi". 04 dicembre 2009 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-12-04 Mafia, depone Spatuzza e cita Silvio Berlusconi 4 dicembre 2009 Gaspare Spatuzza (Ansa) Gr24 – Aggiornamenti in diretta. Berlusconi: "Contro di me una macchinazione assurda" "Dai nostri archivi" A Torino la "bomba" Spatuzza Berlusconi: "Contro di me una macchinazione assurda" Mafia, la procura di Firenze: "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati" Feltri: "Berlusconi è indagato dalla procura di Firenze". Ghedini smentisce Dell'Utri: "Se cade Silvio, è la fine politica anche per Fini" Il processo d'appello a Torino al senatore Marcello Dell'utri, accusato di concorso in associazione mafiosa, è cominciato con la richiesta di revoca della testimonianza del pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Istanza respinta dalla seconda sezione della Corte d'appello di Palermo. È dunque partita nell'aula bunker 1 del palazzo di giustizia la deposizione del collaboratore di giustizia, citato come teste al processo d'appello al senatore Marcello Dell'Utri dal pg. Spatuzza depone dietro un paravento bianco, con il volto coperto da un passamontagna, circondato da alcuni agenti. Le rivelazioni del pentito di mafia "Cosa nostra è un'associazione mafioso-terroristica. La definisco così perché dopo il '92 ci siamo spinti un po' oltre, in un terreno che non ci appartiene: alludo alle stragi di Firenze, dove morì la piccola Nadia e all'attentato a Costanzo". Queste le prime parole del pentito. "Dopo le stragi di Capaci e Via d'Amelio abbiamo gioito, perché Falcone e Borsellino erano nostri nemici; mentre i morti di Firenze e Milano non ci appartenevano. Lo dissi a Giuseppe Graviano, quando lo incontrai a Campofelice di Roccella nel '93", ha poi detto Spatuzza. Il collaboratore di giustizia ha definito "anomale", nella consueta strategia di sangue di Cosa Nostra, le stragi di Firenze, Roma e Milano del '93. Anomalia che il pentito spiega in quanto quegli eccidi rientravano in una strategia terroristica. "Quando rappresentai a Giuseppe Graviano - ha aggiunto -, che mi aveva incontrato per parlare di un altro attentato ai danni dei Carabinieri, questa mia debolezza, lui mi rispose: 'È bene che ci portiamo un po' di morti dietro, così chi si deve muovere si da una smossa'".
Poi Spatuzza cita Silvio Berlusconi. È un incontro avvenuto nel '94 al bar Doney di Via Veneto, a Roma, prima del fallito attentato all'Olimpico, l'episodio centrale della deposizione, davanti alla corte d'appello di Palermo, in trasferta a Torino, del pentito Spatuzza. Spatuzza si incontra, in quella occasione, con Giuseppe Graviano, che "aveva un atteggiamento gioioso, come chi ha vinto all'enalotto o ha avuto un figlio". "Ci siamo seduti - dice Spatuzza - e disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi..., Graviano mi disse che era quello del Canale 5". Oltre al presidente del Consiglio, il pentito cita anche l'imputato, il senatore Marcello Dell'Utri. "C'è di mezzo un nostro compaesano, Dell'Utri", ha detto Spatuzza, citando Graviano. "Grazie alla serietà di queste persone - ha aggiunto - ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani". Spatuzza riferisce che temeva di parlare di Berlusconi. "I timori di parlare del presidente del Consiglio Berlusconi erano e sono tanti. Basta vedere che quando ho cominciato a rendere i colloqui investigativi con i pm mi trovavo Berlusconi primo ministro e come ministro della Giustizia uno che consideravo un vice del primo ministro e di Marcello Dell'Utri". Il pentito ha anche raccontato la sua conversione religiosa e ha riferito di aver sostenuto sei esami in una scuola teologica. Raccontando le fasi che lo hanno portato a collaborare con la giustizia ha detto: "Se avevo messo la mia vita nelle mani del male, perchè ora non dovrei essere disposto a perderla per fare il bene?". Per molto tempo Spatuzza si è ritrovato nel carcere di Tolmezzo con il fratello di Giuseppe Graviano, Filippo Graviano: "nel 2004 lui stava malissimo, io gli parlavo dei nostri figli, di non fargli fare la nostra fine... Ho avuto la sensazione che stava crollando". Poi Spatuzza comincia a parlare con il procuratore Vigna, "che era al termine del suo mandato e che per questo voleva chiudere con me. Mi disse che bisognava mettere tutto nero su bianco... Io non me la sono sentita e sono tornato al carcere di Tolmezzo. Lì dissi a Filippo Graviano di questo colloquio con Vigna, lui stava male, e allora mi disse di far sapere a suo fratello Giuseppe che se non arrivava qualcosa da dove doveva arrivare, allora bisognava parlare ai magistrati". Il pm chiede spiegazioni sulla frase "da dove doveva arrivare" e qui Spatuzza ritorna al riferimento di Berlusconi e Dell'Utri. Spatuzza prosegue: "Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo". Una bomba all'Olimpico, ma il telecomando non funzionò. Quando incontrai Graviano a gennaio del '94, a Roma, mi disse che l'attentato all'Olimpico si doveva fare a tutti i costi, così gli davamo il colpo di grazia". Spatuzza ha raccontato in aula le fasi preparatorie dell'attentato, quando la mafia imbottì una macchina di esplosivo, "utilizzando una tecnica - dice Spatuzza - che nemmeno i talebani hanno mai usato". I boss, oltre all'esplosivo, utilizzarono tondini di ferro, che avrebbero dovuto rendere più devastante l'effetto della deflagrazione. "Lasciammo la macchina - ha proseguito - fuori dallo stadio. Io e Benigno ci spostammo a Monte Mario. Benigno diede l'impulso al telecomando, ma grazie a Dio l'esplosione non avvenne". Marcello Dell'Utri: "La mafia vuol far cadere il Governo" Il senatore Pdl, parlando con i giornalisti durante una pausa del processo ha detto: "Spatuzza non è un pentito dell'antimafia, ma della mafia. Il governo Berlusconi è quello che più si è impegnato nella lotta a Cosa Nostra". "Sono tranquillo - ha aggiunto - ma assisto ad uno spettacolo incredibile. Mi sento a teatro, ma il protagonista-imputato non sono io, è un altro". "I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno", ha detto Dell'Utri, sempre durante una pausa del processo. "Provenzano? Sta scherzando", ha aggiuto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se conoscesse questi personaggi. "Io conoscevo Vittorio Mangano - ha affermato - punto e basta". Il senatore del Pdl, che partecipa all'udienza del processo nei suoi confronti che è stato trasferito per motivi si sicurezza da Palermo a Torino, ha poi negato di avere ricevuto messaggi mafiosi: "Ma quali messaggi? Le dichiarazioni di Ciancimino mi fanno ridere...". "La mafia ha votato per noi? Che ne so, può essere; d'altronde in passato aveva votato anche per Orlando", ha detto il senatore rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se lo straordinario successo elettorale di Forza Italia in Sicilia, nel 2001, fosse dovuto ai voti dei boss. "Purtroppo - ha aggiunto - non gli hanno ancora tolto il diritto di voto. Fino a quando qualcuno non gli impedisce di votare, ciò che fanno non è controllabile". "Di fronte a queste accuse - ha affermato - una persona normale o impazzisce o si spara". "Non è una bella cosa - ha sottolineato Dell'Utri - e devo fare un lavoro difficile per non somatizzare". La deposizione di Spatuzza non soprende Marcello Dell'Utri, che in una pausa dell'udienza precisa: "Mi aspettavo esattamente questo. Non ha detto nulla di più o di meno di quello che aveva già riferito ai pm". Ai giornalisti che gli chiedevano se riteneva che dietro al collaboratore ci fosse qualcuno, il senatore Pdl ha risposto: "Non lo so. Ci saranno i pm". Poi ha chiarito di non aver "mai parlato di cancellare il concorso esterno in associazione mafiosa, ma di regolarizzarlo perchè lasciato così è devastante". Perchè "se la norma resta così può capitare che se qualcuno va al bar con un affiliato mafioso, solo per questo può passare dei guai". Secondo Dell'Utri uno come Spatuzza "sarebbe stato denunciato da Falcone" 4 dicembre 2009
A Torino la "bomba" Spatuzza dall'inviato Nino Amadore commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci Venerdí 04 Dicembre 2009 Gaspare Spatuzza (Ansa) Gr24 – Aggiornamenti in diretta La difesa di Dell'Utri chiede la revoca della testimonianza del pentito "Dai nostri archivi" Mafia, depone Spatuzza e cita Silvio Berlusconi Mafia, depone Spatuzza e cita Silvio Berlusconi TORINO - La patente di attendibilità gli è stata pubblicamente riconosciuta appena qualche giorno fa dai magistrati di Firenze che ne hanno chiesto la protezione. Ma oggi per il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza è arrivato il momento di dimostrare la bontà delle proprie dichiarazioni, di quei racconti che entrano nel merito dell'inquietante rapporto tra politica e mafia, nei misteri delle stragi che hanno segnato l'Italia del nostri giorni: quelle del 1992 ma soprattutto quelle del 1993-94. Oggi Gaspare Spatuzza, il picciotto che ha studiato alla scuola di Leoluca Bagarella (quello del proclama contro il 41bis nel 2002 seguito l'appello agli amici avvocati in Parlamento), ed è poi diventato l'uomo di fiducia dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, boss del quartiere palermitano di Brancaccio, depone a Torino. A lui, imbianchino diventato capomafia e oggi studente di teologia, nell'aula bunker colma nei suoi 250 posti disponibili, quella delle grandi occasioni del palazzo di giustizia del capoluogo piemontese, è riservato il pelo e il contropelo nel processo d'appello al senatore Marcello Dell'Utri, già condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Da lui, il quarantacinquenne ex killer oggi in crisi mistica, nel palazzo di giustizia che si trova a ridosso di via Giovanni Falcone e di via Paolo Borsellino, i quasi 200 giornalisti accreditati si aspettano che ripeta in aula ciò che ha detto in tanti interrogatori ai magistrati di Firenze e che ha ripetuto poi a Caltanissetta e a Palermo: il nome di Marcello Dell'Utri, certo, "il compaesano", ma anche e soprattutto quello di Silvio Berlusconi. I due che i Graviano, secondo il racconto che uno dei fratelli ne avrebbe fatto a Spatuzza ritenevano persone serie, non come quei "crasti (cornuti) dei socialisti" e avrebbero dato garanzie tanto da far credere ai mafiosi palermitani di "essersi messi il paese nelle mani". Sono tali e tante le cose che il sostituto procuratore generale Nino Gatto dovrà chiedere al collaborante che in tanti si chiedono se basterà un'udienza a completare l'esame del teste perché è ovvio che i legali di Dell'Utri, il quale sarà probabilmente in aula a sentire le parole del pentito che sarà protetto da un paravento, cercheranno in tutti i modi di far emergere possibili buchi, contraddizioni o altro. "Abbiamo avuto poco tempo per leggere le migliaia di pagine trasmesse da Firenze – dice uno dei tre legali di dell'Utri, l'avvocato Giuseppe Di Peri (gli altri due sono l'ex deputato di Forza Italia Nino Mormino e Alessandro Sammarco) – ma noi faremo sin da subito la nostra parte. Poi vedremo". Risolto il dubbio sui 180 giorni di tempo dati ai collaboranti per raccontare e compreso che il pentito può raccontare i fatti già a verbale, come riconosciuto da una sentenza della Cassazione, i legali del senatore Dell'Utri non staranno con le mani in mano: da giorni si preparano a questo appuntamento e dicono: "C'è troppo clamore su un pentito che non dice il vero". La Corte d'appello di Palermo presieduta da Claudio Dell'Acqua spera di poter chiudere in un giorno la pratica, ma ai più sembra veramente difficile. E poi al di là della deposizione di Spatuzza ci sono altri punti su cui si aspetta una risposta dal procedere del processo. Potrebbero, per esempio, essere ascoltati nelle prossime settimane i fratelli Graviano o anche altri pentiti della cosca: Pietro Romeo, per esempio, oppure Salvatore Grigoli, il picciotto che insieme a Spatuzza eseguì l'omicidio di don Pino Puglisi. Anche se ieri l'agenzia di stampa il Velino annunciava che ci sarebbero altri cinque pentiti in arrivo a supporto del racconto di Spatuzza, detto u tignusu (pelato). E poi negli ultimi giorni anche Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo don Vito, ai magistrati che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia, avrebbe portato un pizzino di Bernardo Provenzano in cui vi sarebbe il nome di Dell'Utri. Il cui processo, a questo punto, si riapre mentre la deposizione di Spatuzza potrebbe provocare nel sistema politico una deflagrazione terribile. Come una bomba atomica, appunto. Venerdí 04 Dicembre 2009
Berlusconi: "Contro di me una macchinazione assurda" commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 4 dicembre 2009 Silvio Berlusconi "Dai nostri archivi" Mafia, depone Spatuzza e cita Silvio Berlusconi Mafia, depone Spatuzza e cita Silvio Berlusconi Berlusconi: "Contro la mafia ho fatto più degli altri" A Torino la "bomba" Spatuzza Mafia, la procura di Firenze: "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati" Una macchinazione assurda, che colpisce il Governo che più di ogni altro ha fatto nella lotta alla mafia. Nel giorno in cui la Corte d'appello del Tribunale di Palermo, in udienza a Torino nel processo d'appello contro Dell'Utri, è in camera di consiglio per decidere sulla revoca dell'ordinanza che ammette l'esame di Gaspare Spatuzza, Silvio Berlusconi si è espresso così in Consiglio dei ministri sulle deposizioni del pentito di mafia. Berlusconi, riferiscono alcuni ministri, ha aperto la riunione del Cdm proprio con questo sfogo, assicurando che dietro le dichiarazioni di Spatuzza c'è solo una assurda macchinazione, visto che il Governo in carica è - rivendica il premier - quello che ha ottenuto più risultati nel contrasto alla criminalità organizzata. E a sostegno di queste affermazioni, Berlusconi ha poi ceduto la parola al ministro dell'Interno Roberto Maroni che ha elencato i numeri della lotta alla mafia tra cui il dato che vede 8 mafiosi arrestati ogni giorno, comprese le domeniche, da quando l'esecutivo si è insediato. 4 dicembre 2009
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